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Un pò di geologia

Il territorio della riserva è costituito dal ceppo, una roccia sedimentaria composta da ciottoli e cemento arenaceo, che determina la presenza di 14 fontanili.

La storia geologica della Riserva è importante per capire qualche cosa di più riguardo alle sue peculiarità naturalistiche, in particolare per quanto concerne i fontanili. La protagonista geologica della Riserva è la “Formazione del Ceppo”. Da un punto di vista mineralogico, si tratta di un conglomerato, cioè di una roccia composta da un insieme di ciottoli di dimensioni diverse, saldati tra loro da una sorta di cemento naturale (che in questo caso risulta piuttosto ricco di calcare, cioè di Carbonato di Calcio), il quale lascia però numerosi spazi tra un ciottolo e l’altro. Proprio questi spazi consentono al Ceppo di funzionare come una spugna e d’impregnarsi d’acqua, quella stessa acqua che va a costituire la cosiddetta “falda acquifera”, responsabile della presenza in Riserva di ben 14 sorgenti, i fontanili. 

Il Ceppo: cos’è e da dove viene
 
Per capire meglio conviene partire dall’ultimo milione di anni, in quella che viene chiamata Era Quaternaria; a quell’epoca la terra era sottoposta a numerose oscillazioni climatiche periodiche, le quali portarono a forti raffreddamenti del clima con la conseguente comparsa delle ere glaciali. In concomitanza con il raffreddamento della terra, grandi masse di ghiaccio (i ghiacciai), attualmente relegate sulle Alpi al di sopra dei 3000 metri, scesero in pianura Padana, giungendo talvolta alle porte di Milano ed interessando anche il territorio nel quale attualmente è collocata la Riserva. A queste ere fredde, seguivano brevi periodi caldi, detti “interglaciali”, nei quali i ghiacci si scioglievano dando origine a enormi fiumi che nel loro scorrere verso il mare trasportavano, ed in seguito depositavano in pianura, un gran numero di ciottoli e sabbie di differente composizione. Le pietre, in origine dotate di spigoli taglienti, venivano lavorate dalle acque sino a mostrare la tipica forma tondeggiante che possiamo osservare sul greto degli attuali fiumi. Questi enormi depositi di ciottoli, ed in particolare quelli più vecchi, corrispondenti agli interglaciali più antichi, vennero seppelliti da altri depositi e furono, così, sottoposti ad enormi pressioni ed alla circolazione di liquidi ricchi di sali minerali come il Carbonato di Calcio. Col trascorrere dei millenni, questi depositi si cementarono sino a divenire una roccia compatta, detta “conglomerato”, costituita da numerosi ciottoli cementati tra loro: questi depositi prendono ora il nome di “Formazione del Ceppo” ed interessano gran parte della Lombardia centro-settentrionale. Tutta la Riserva rappresentata da una antica valle, ha i fianchi costituiti dal conglomeralo del Ceppo, che viene letteralmente tagliato in mezzo dal solco vallivo, consentendo così all’acqua, contenuta nel conglomerato, di uscire alla luce formando numerose sorgenti. Gli affioramenti del Ceppo costituiscono per la flora un importante microambiente rappresentato da piccole pareti umide, sulle quali si sviluppano numerose specie tipiche dei muri umidi e delle rupi stillicidiose.
Il fontanile
Ambienti suggestivi e magici, i fontanili hanno sempre attirato l’attenzione dell’uomo, sin dagli albori della civiltà. Intorno ad essi si sono spesso svolti antichi e magici riti legati all’acqua che hanno visto come protagonisti anche le antiche popolazioni Celtiche che, un tempo, popolavano la zona. L’uomo moderno ha in parte dissolto il mistero che circondava questi ambienti, chiarendo i meccanismi che portano le acque ad affiorare. Ciononostante, questi ecosistemi conservano un grande fascino, accanto a valori storico-paesaggistici e naturalistici. Nella Riserva della Fontana del Guercio, sono presenti ben 14 fontanili, taluni dei quali dotati di antichissimi muri costituiti da grossi blocchi privi di legante. La presenza di queste sorgenti, è dovuta alla Formazione del Ceppo che funziona come una spugna che trattiene l’acqua della falda acquifera per rilasciarla allorché la roccia viene tagliata in due dalla valle: alla base dell’incisione valliva sgorgano i fontanili.
Come è fatto un fontanile
Un fontanile è composto da una parte prossima all’uscita dell’acqua dal suolo o dalla roccia, detta “testa del fontanile” o “tazza sorgentizia”, la cui caratteristica è quella di avere una temperatura costante durante tutto l’anno. Dalla testa si diparte un corso d’acqua chiamato “asta del fontanile” ove le condizioni di temperatura sono quelle normalmente riscontrabili in un corso d’acqua di dimensioni simili, quindi variabili nel corso dell’anno. Nella testa del fontanile sono visibili i punti nei quali l’acqua viene alla luce, detti “scaturigini” o “polle”, identificabili grazie alla sabbia che viene smossa dall’acqua in uscita dal fondo. Da un punto di vista naturalistico, la zona più interessante del fontanile è la testa, in ragione della sua temperatura costante, che nel caso dei nostri fontanili si aggira attorno ai 12 gradi: in questo ambiente, vivono organismi animali e vegetali esclusivi di acque a temperatura costante. I fontanili sono ecosistemi in parte artificiali, in quanto la tazza sorgentizia è opera dell’uomo. Col trascorrere degli anni, i detriti vegetali, le piante acquatiche e la sabbia, intasano completamente la testa, che perde valore naturalistico. Un tempo ogni 2-5 anni, in inverno, i fontanili venivano ripuliti dal fango (il cosiddetto “spurgo della testa”) e la tazza ripristinata. Attualmente, dopo l’abbandono dell’agricoltura, la pulizia delle teste è divenuta uno dei compiti dei gestori della Riserva.
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